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martedì 18 novembre 2008

Il Comune e il cemento: siamo alle solite?


Riporto, di seguito, la notizia:

Giunta comunale: approvati i piani di zona
17/11/2008 ore 17:19 La giunta comunale ha oggi deciso per l’attivazione dei piani di zona; questo significa che saranno realizzati dal comune circa 5.000 alloggi da destinare all’edilizia residenziale pubblica. Un problema, quello della casa, che ormai a Roma e’ diventato un incubo per molti cittadini, soprattutto per le fasce più deboli. La decisione di giunta prevede l’acquisizione di aree da parte del comune di Roma che paghera’ ai proprietari non in contanti ma in cubature, cioè in altrettanti terreni. La giunta ha approvato l’attivazione dei piani di zona con riserva, ma deve arrivare solo l’ok degli assessori che hanno visionato solo oggi il progetto. Via libera della giunta anche alla riqualificazione di 14 aree nel centro storico, i lavori prevedono un investimento di 30 milioni di euro finanziati dal bilancio capitolino 2009. Di questi solo 13 milioni serviranno per recuperare l’area dell’ex Mattatoio di Testaccio, Porta Portese, santa Maria Maggiore e il portico d’Ottavia. (Redazione di Romauno)

Certamente la notizia della realizzazione di nuovi 5.000 alloggi destinati alla edilizia residenziale pubblica è positiva.
C'è un fatto però.
L'acquisizione dei terreni per costruire gli alloggi "popolari" sarà fatta mediante la concessione di altri terreni edificabili (non per costruire case popolari).
Ma chi sono i proprietari di quei terreni che dovranno essere ceduti in cambio di altrettanti terreni edificabili?
Indovinate voi...
Si spera almeno che prima di buttare giù tutto questo nuovo cemento ( case popolari e non) costruiscano prima le infrastrutture necessarie, evitando di cadere nei tragici errori della precedente amministrazione.

Intanto si destinano 30 milioni alla riqualificazione del centro storico. Attendiamo provvedimenti per le periferie. Attendiamo che accanto alla approvazione dei nuovi piani di zona vengano portati a termine quelli esistenti (Colle degli Abeti in primis), e attuate le centralità urbane, così come previsto dal Nuovo piano Regolatore, affinche non diventino nuove cattedrali nel deserto

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